Ciccarella, Miniagio, Basile, Gragnani, Manfredi | Capitale e Soggetto

Il nuovo libro dei KMN lo puoi trovare qui:
      
 
Introduzione
 
Questo libro è il risultato della ricerca condotta dalla rivista Spazi di Filosofia intorno al tema Capitale e Soggetto. Si raccolgono qui i saggi che negli ultimi tre anni sono stati dedicati all’argomento.
Perché Capitale e Soggetto? Qual è il senso di questo accostamento? Il nostro punto di partenza è che il capitalismo produca non solo merci, ma soggetti. A questa considerazione si potrebbe replicare che il fatto economico è sempre consistito nell’estorsione di lavoro, nel disciplinamento dei corpi finalizzato alla produzione – si pensi alla forza lavoro schiavistica o a quella tipica dell’economia feudale. Ogni modo di produzione insomma si è articolato secondo lo schema hegeliano servo-signore e ha sempre disciplinato i soggetti. Se questo è vero, dov’è allora l’eccezionalità del capitalismo? Possiamo abbozzare una prima risposta. Nel capitalismo l’imperativo è l’autovalorizzazione virtualmente infinita del capitale. Questo imperativo sembra realizzarsi grazie alla capacità di produzione seriale della Macchina. Il sistema dei bisogni deve perciò espandersi in modo abnorme, conforme all’andamento asintotico del capitale e della Macchina. Questo può accadere solo se avviene una fabbricazione su larga scala di soggetti; vengono così prodotte, insieme agli oggetti, le forme di vita soggettiva che li esigono; gli uni e le altre si iscrivono nell’immaginario. In questo modo viene prelevata non solo l’energia produttiva, ma anche e soprattutto l’energia desiderante. Possiamo quindi dire che nel capitalismo il fatto economico consiste in un disciplinamento, oltre che alla produzione, a forme di vita standardizzata, in un prelievo non solo di forza produttiva, ma anche di energia desiderante. Non solo soggetti che producono in un sistema, ma un sistema che produce soggetti.
Da questa considerazione intorno al potere trofico del capitale diramano nel presente volume differenti vettori di ricerca. Il primo (Miniagio) esplora il nesso fra costituzione di soggetti, desiderio, godimento, sistema dei bisogni; esso si interroga sulla possibilità di leggere il capitalismo alla luce della categoria lacaniana e foucaultiana di soggettivazione. Il secondo (Ciccarella) analizza i meccanismi costitutivi dell’identità attraverso il transito continuo fra interno e intorno, tra attitudine soggettiva al conferimento di senso e mondo-delle-cose, tra forza di accentramento egologico e il simulacro oggettivo che la riflette e la espropria. Il terzo (Manfredi) si interroga sulla riproducibilità dell’essere umano fra biologia, cibernetica, medicina, diritto, politica, economia e analizza così il nesso fra tecnica, capitalismo e (post)umanesimo. Il quarto (Basile) descrive una fenomenologia del capitale ridotto a flusso d’informazione. Il quinto (Gragnani), pur non tematizzando direttamente l'intreccio capitale-soggetto, intende mostrare dall'Altrove un essere altrimenti della soggettività, il possibile sottrarsi di ciò che chiamiamo “uomo” alle dinamiche mortifere dell'onnipervadente pensiero tecnico-pragmatico.
Ciò detto, vi è un’altra questione da affrontare, ossia l’incontro fra capitalismo e rivoluzione informatica. Si tratta di una soglia storica paragonabile all’avvento dell’industria per i suoi effetti sul disciplinamento dei corpi e per la forza trofica esercitata sui soggetti: ciò che si sta realizzando è una ibridazione sempre più compiuta fra corpo e protesi tecniche, cognizione e computazione, pensiero e informazione, percezione e schermi onnipresenti. Anche su questo nel presente volume la ricerca si snoda lungo varie direttrici: la riproducibilità di soggetti intesa come modificazione strutturale del corpo vivente attraverso la tecnica (Manfredi), la riduzione dell’individuo a canale dell’informazione (Basile), la logica poietica del simulacro (Ciccarella), l’iper-estetizzazione sistematica, operata da dispositivi sempre più innervati nel corpo (Miniagio).
Per tutte queste ragioni Capitale e soggetto è un’opera che deve esser colta nel suo carattere plurale: le prospettive di ricerca sono distinte e al tempo stesso si richiamano. Ciò vuol dire che i saggi che qui compaiono sono uniti dalla condivisione non di una dottrina, ma di un compito. Le nostre voci non si fondono in un’armonia, ma s’inseguono l’un l’altra in una sorta di contrappunto. La paradossale configurazione si può anche rappresentare geometricamente, come un tracciato di linee teoriche che non si intersecano mai se non in un punto di fuga. Capitale e soggetto. Da tutto ciò scaturisce una specie di dialogo fatto di rimandi reciproci, variazioni, distorsioni, ripetizioni, contaminazioni, sconfinamenti, una macchina che assembla pezzi eterogenei o, per meglio dire, una serie di macchine da montare in molti modi, un bestiario di macchine molteplicemente progettabili, irriducibili alla placida ripetizione industriale di un modello unitario. Ciò detto, è davvero possibile un pensiero e un atto che superino lo stato di cose presente? La domanda attraversa tutti gli scritti di questo volume, che inizia a tratteggiare forme, luoghi e modalità d’insurrezione alla presa dei soggetti nei dispositivi anzidetti. Distinguendo il potere dalla costrizione fisica, Foucault in fondo ci ha dato due notizie: la prima è che il potere è ovunque, la seconda è che non vi è potere senza libertà, senza cioè la possibilità di essere-altrimenti.
Capitale e Soggetto è il filo conduttore di questa riflessione, di un cammino che si distingue e dispiega solo nel suo svolgersi, nel suo annodarsi, nel suo sparire e ricomporsi in una opera comune. Ogni atto è espressione di una analisi di distanze e varchi di soggettività, una costituzione di un proprio che esonda e suggerisce relazioni, tra luoghi, lotte, processi di soggettivazione e modelli intersoggettivi, tra Capitale, mitopoiesi e nuove servitù. È un dramma in due atti, questo incedere costituente, è segno e vuoto da tagliare e riempire. Ancora inizio e ancora fine di un progetto, di quindici anni di produzione e di relazioni nostre, come collettivo, come KMN, come unità autopoietica. Capitale e Soggetto è il primo volume delle nostre SdF Edizioni, è appunto palingenesi, è prologo ed epilogo di una apertura al segno liberato, è sintesi di accadimenti personali e teoretici, è mondo della vita, è nostro e ormai non più, come dispersione e contagio. È interno e oltre, sistemazione di anomalie, nomadismo identitario, è un codice immesso, che struttura l’oltre di un senso. Abbiamo chiuso con un epilogo dialogico e distorto, insieme di domande, la cui complementarità mette a sistema un quadro indiziario di soggettivazione. Dà il verso, analisi vettoriale di un dramma comunitario, di una registrazione identitaria da parte del Capitale, di una colossale produzione di identità, che codifica, riordina, costituisce desideri e soggetti.
 
Collettivo KMN